Equinozio di Primavera il vero Capodanno e Pasqua
Premessa
Questo articolo non va inteso come intezione di stravolgere le tradizioni festive del Capodanno e della Pasqua ma va inteso come incentivo ad enfatizzarne la Sacralità e ritualità Festiva, atto ad approfondirne le conescenze dimenticate che possono aiutare ulteriormente all’Evoluzione interiore individuale e Collettiva.
Equinozio di Primavera
L’Equinozio di Primavera è stato tradizionalmente considerato da molte culture come l’inizio di un nuovo anno, simbolizzando il rinnovamento e la rinascita. In molte tradizioni antiche, l’anno veniva celebrato in questo periodo perché coincideva con il ritorno della luce e del calore, segnando la fine dell’inverno e l’inizio della stagione di crescita e abbondanza. L’equinozio di primavera, che segna il momento in cui il giorno e la notte sono uguali, rappresenta un equilibrio e una nuova opportunità per iniziarsi a un ciclo di crescita.
Ad esempio, alcune culture, come quella persiana con il Nowruz, celebrano l’inizio dell’anno proprio al momento dell’equinozio di primavera. Questo evento non solo segna l’inizio di un nuovo anno solare, ma è anche un momento di riflessione e rinnovamento spirituale, in cui si celebra la vita, la fertilità e il cambiamento.
Nelle tradizioni occidentali, invece, il Capodanno è celebrato il 1° gennaio, ma l’equinozio di primavera conserva ancora una forte simbologia di inizio e di speranza per molti, sia sul piano naturale che spirituale.
In sintesi, l’Equinozio di Primavera come Capodanno rappresenta un momento di equilibrio, di rinascita e di celebrazione della vita che rinasce, una visione più profonda del passaggio dal buio alla luce.
L’equinozio di primavera è simbolicamente ancge legato alla resurrezione, soprattutto nelle tradizioni che celebrano il rinnovamento e la rinascita della natura. In molte culture, la primavera è vista come un periodo di rinnovamento, in cui la luce cresce e la natura rifiorisce dopo l’inverno. Questo parallelismo con la resurrezione è evidente in varie tradizioni religiose e spirituali.
Nel contesto cristiano, la resurrezione di Gesù è strettamente legata alla Pasqua, che spesso cade nei giorni successivi all’equinozio di primavera. La morte e la resurrezione di Cristo rappresentano un “nuovo inizio”, simile al ritorno della vita e della luce che l’equinozio di primavera simboleggia. Inoltre, molte delle immagini associate alla resurrezione—come la vita che vince sulla morte—riflettono i cicli naturali di morte e rinascita che avvengono ogni anno con il cambiamento delle stagioni.
Così, l’equinozio di primavera, con il suo equilibrio tra luce e oscurità e l’inizio di una nuova stagione di crescita, ha assunto nel tempo un significato di rinascita e speranza, non solo in ambito naturale, ma anche spirituale.
L’equinozio di primavera è anche il momento in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata, segnando l’inizio ufficiale della primavera, e secondo One Spirit Movement il simbolismo del giorno e la notte rappresenta anche la dualità che diviene non solo in equilibrio delle energie vitali femminine e mascoline, ma divengono anche Uno, e ciò significa che la resurrezione Cristica rappresenta non solo la resurrezione dell’Uno ed integrazione della dualità e degli opposti, ma nel caso della Crocifissione Cristica rappresenta prima ancora della resurrezione, la morte dell’Ego, o meglio ancora la morte del peccato legato all’ego e all’ignoranza Esistenziale che induce al peccato ovvero l’erroneo comportamento dovuto alla nostra ignoranza esistenziale e delle leggi universali che anche Yeshua predicava.
L’equinozio di primavera è stato storicamente considerato l’inizio di un nuovo anno in diverse culture, poiché segna il rinnovamento della natura e il ritorno della luce. Ad esempio, nel calendario persiano, l’anno nuovo, noto come “Nowruz”, viene celebrato proprio il giorno dell’equinozio di primavera. Questo evento segna l’inizio della stagione di crescita e abbondanza, ed è celebrato con festività che riflettono temi di rinascita, purificazione e speranza.
Anche in alcune tradizioni agricole, l’equinozio di primavera rappresentava un momento di inizio, poiché coincideva con la semina dei raccolti e l’attività agricola che riprendeva dopo l’inverno. Quindi, l’equinozio non è solo un segno astronomico, ma anche un simbolo di nuovi inizi in molte culture.
Pasqua Primaverile
La Pasqua ha origini antiche, e la sua celebrazione è legata a diverse tradizioni. Nel contesto cristiano, la Pasqua celebra la resurrezione di Gesù (o Yeshua – nome originario) lche diviene Cristo, ma le sue radici affondano anche in tradizioni precristiane.
In particolare, la Pasqua cristiana si sovrappone a feste primaverili che celebravano la rinascita, la fertilità e il rinnovamento della natura. Una di queste tradizioni è quella ebraica della Pasqua (Pesach), che ricorda l’esodo degli ebrei dall’Egitto. La Pasqua cristiana fu fissata in concomitanza con il Pesach, poiché Gesù, secondo i Vangeli, morì e risorse durante questo periodo.
Inoltre, molte tradizioni pagane, come i culti legati alla dea della fertilità, celebravano la primavera e la nuova vita, con riti che simboleggiavano la morte e la resurrezione. L’integrazione di questi temi con la resurrezione di Gesù ha contribuito a plasmare la Pasqua come la conosciamo oggi.
In sintesi, la Pasqua cristiana nasce dal desiderio di celebrare la resurrezione di Gesù, ma si inserisce anche in un contesto più ampio di celebrazioni della primavera e del rinnovamento.
L’equinozio di primavera è anche il momento in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata, segnando l’inizio ufficiale della primavera, e secondo One Spirit Movement il simbolismo del giorno e la notte rappresenta anche la dualità che diviene non solo in equilibrio delle energie vitali femminine e mascoline, ma divengono anche Uno, e ciò significa che la resurrezione Cristica rappresenta non solo la resurrezione dell’Anima che (che viene tenuta addormentata dall’Ego e l’ignoranza esistenziale) ma rappresenta anche l’Uno ed integrazione della dualità e degli opposti, ma nel caso della Crocifissione Cristica rappresenta la morte dell’Ego, o meglio ancora la purificazione e quindi morte del peccato legato all’ego e all’ignoranza Esistenziale che induce al peccato ovvero all’erroneo comportamento dovuto alla nostra ignoranza esistenziale e delle leggi universali che anche Yeshua predicava.
La Resurrezione nelle tradizioni precristiane
La resurrezione, come concetto, esisteva in molte tradizioni precristiane ed era spesso associata al ciclo naturale delle stagioni, dove la morte e la rinascita erano visti come eventi ricorrenti nella natura. Queste storie di morte e resurrezione, pur essendo molto diverse nei dettagli, condividono temi comuni di rinnovamento, speranza e trasformazione. Ecco alcuni esempi di divinità precristiane che rappresentano il concetto di resurrezione:
(Queste personalità del passato, che avevano raggiunto il più alto stato di coscienza Cristica simboleggiato dalla Pasqua e la relativa resurrezione sono poi state demonizzati, per fini egoistici legati all’ignoranza esistenziale, per favorire ognuno la propria religione)
- Osiride (Egitto): Osiride, una delle principali divinità egizie, è un dio della vita, della morte e della resurrezione. Secondo il mito, Osiride fu ucciso e smembrato dal fratello Seth, ma la sua moglie Iside lo riportò in vita. La resurrezione di Osiride simboleggiava il rinnovamento annuale delle piante e dei raccolti lungo il Nilo.
- Adone (Medio Oriente): Adone era un dio della fertilità venerato soprattutto in Fenicia, Grecia e Roma. La sua morte e resurrezione rappresentavano i cicli stagionali della vegetazione. Adone moriva ogni anno, ma tornava in vita, simboleggiando il ritorno della primavera e della vita vegetale.
- Dionisio (Grecia): Dionisio, il dio del vino, della fertilità e delle feste, era associato alla morte e alla rinascita. Nel mito, Dionisio moriva e risorgeva ogni anno, rappresentando il ciclo della natura e la rinascita vegetale durante la primavera.
- Ishtar (Mesopotamia): Ishtar, la dea dell’amore, della fertilità e della guerra, scendeva negli inferi alla ricerca del suo amante Tammuz, e la sua discesa rappresentava la morte della natura. Quando Ishtar tornava alla terra, portava la rinascita della primavera e il ritorno della vita.
- Tammuz (Mesopotamia): Tammuz, marito di Ishtar, era un dio della vegetazione che moriva ogni anno, e la sua morte e resurrezione erano simboli del ciclo agricolo, con la sua morte che portava il rallentamento della crescita vegetale e la sua resurrezione che segnalava il ritorno della fertilità.
In generale, molte di queste divinità precristiane incarnavano il concetto di morte e resurrezione come un simbolo di rinnovamento, che si ripeteva ciclicamente ogni anno con l’arrivo della primavera. Il tema della resurrezione non solo rifletteva i cicli naturali, ma rappresentava anche la speranza e la continuità della vita, nonostante le difficoltà o la morte.
Queste storie di rinascita sono spesso viste come precursori dei temi cristiani, come quello della resurrezione di Gesù, che può essere interpretato come un parallelo ai miti di rinascita stagionale che preesistevano al cristianesimo.